La produzione complessiva di mangimi è scesa dell’1% tra il 2018 e il 2019 fino a un totale di 1,241 miliardi di tonnellate. Al contrario la produzione di pet food, la più piccola sottocategoria dell’intero comparto, ha registrato una crescita del 4% sfiorando le 30,5 milioni di tonnellate ed è aumentata in doppia cifra in alcune aree del mondo. Il pet food rappresenta circa il 2,4% dell’intera produzione mangimistica globale. Queste le evidenze incluse nella ricerca 2020 Global Feed della società Alltech.
Lo scorso 27 gennaio sono stati presentati i risultati della nona edizione della ricerca. Al suo interno sono inclusi dati provenienti da 145 Paesi e circa 30.000 aziende produttrici di mangimi di tutto il mondo.
Un panel di quattro esperti del mercato mangimistico hanno inoltre approfondito sei trend che stanno interessando il mercato globale: la peste suina africana, i cambiamenti della domanda da parte dei consumatori, le tensioni geopolitiche, le regolamentazioni governative, ambiente e sostenibilità, tecnologia emergente.
Il leggero calo della produzione globale di mangimi è probabilmente dovuto alle diverse sfide che il mercato ha dovuto fronteggiare, tra cui la peste suina africana che avrà implicazioni a lungo termine, e rappresenta il primo calo registrato da Alltech nella sua ricerca annuale.
Sul fronte pet food, le regioni più produttive sono il Nord America e l’Europa con 9,7 milioni di tonnellate. Per l’Europa questo dato rappresenta una crescita del 3% sul 2018.
Parlando invece di produzione mangimistica totale, l’Europa ha registrato una crescita dello 0,2% fino a un totale di 307,7 milioni di tonnellate.