Fra gli assortimenti di pet food nei punti vendita, le referenze che presentano in etichetta un contenuto a base di carne si confermano quelle più diffuse: in media circa tre elementi su quattro presentano un claim relativo alla presenza di proteine animali. Ciò rende particolarmente sfidante il lavoro dei player dell’industria che si trovano nella necessità di proporre al consumatore finale formule capaci di assecondare gusti, preferenze e bisogni sempre più vari e particolari ma anche di distinguersi sul mercato rispetto alla concorrenza. Anche per questo motivo l’offerta del pet food a base di carne si dimostra in costante evoluzione. Pollo, manzo e maiale rimangono le proteine animali più presenti nelle referenze ma cresce anche l’impiego di selvaggina e, soprattutto, si registra una costante ricerca da parte dei produttori di carni sempre più particolari, come il bufalo o lo struzzo. Pet B2B ha pubblicato, sul numero di settembre della rivista, un focus di mercato sul pet food a base di carne.
Questo genere di offerta va incontro prevalentemente alla domanda dei consumatori più esigenti e della clientela che continua a fare riferimento alla fascia superpremium, ma allo stesso tempo emerge un grande fermento anche nell’offerta di nuovi brand di posizionamento premium, che non si limitano più soltanto a presentare gusti e combinazioni tradizionali, ma anche a farsi più simili possibili nelle ricette alla fascia più alta dello scaffale, anche se con percentuali di carne inferiori o con accostamenti ad altre materie prime meno costose. Il fenomeno nasce in risposta alle esigenze dei consumatori che cercano qualità ma hanno una disponibilità di spesa inferiore rispetto a chi non rinuncia a compromessi pur di offrire il meglio al pet. Per saperne di più, leggi l’articolo completo su Pet B2B di settembre.
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