Sul numero di ottobre di Pet B2B è pubblicato un articolo focalizzato su abbigliamento e accessori dedicati alle festività. La domanda relativa a questi prodotti è in costante crescita e porta i negozianti a reinventare lo scaffale con snack, giochi e cappottini a tema. L’industria risponde con cataloghi, espositori e un’offerta in target, spaziando per tutti i segmenti del non food. Ma in generale è la maggiore disponibilità di spesa del pubblico finale a generare un picco nel sell out durante l’ultimo mese dell’anno.
Un periodo di intensa accelerazione dei consumi è infatti il Natale, che con fuoripasto, “canettoni”, “candori” e tanto altro, ben si presta a soddisfare le richieste di una clientela sempre più spesso in cerca di qualche extra per il cane o il gatto. Però non va dimenticato che molto spesso i comportamenti di acquisto sono influenzati da un bisogno di soddisfazione personale del proprietario, creando sia grandi opportunità per le aziende più serie, che vedono nel processo di umanizzazione uno stimolo per un innalzamento della qualità di alimenti, prodotti e servizi, sia rischi di eccessi che a lungo andare possono diventare un disvalore per il mercato. In questo contesto è la specializzazione a giocare un ruolo chiave.
Per il retail, e in particolare per pet shop e catene, il mese di dicembre è uno dei periodi di maggiore successo sul bilancio annuale di un’insegna proprio in coincidenza con il Natale. Proprio per questa ragione è fondamentale non limitarsi a cavalcare un fenomeno che corre da sé, ma accogliere la ricorrenza natalizia come un momento favorevole per instaurare e consolidare il rapporto tra consumatore e addetto alla vendita.
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