Due proprietari di cani su tre vorrebbero poter godere della compagnia del pet anche in ufficio e quasi la metà ritiene che le aziende dovrebbero organizzarsi a tale scopo. Eppure, la possibilità di far accedere su base regolare il cane o il gatto negli uffici è una realtà solo in un caso su 10. Sono questi i risultati emersi dall’indagine “Gli uffici pet-friendly nell’era odierna, post pandemia”, condotta da SWG e commissionata dal Gruppo Mars, che in Italia è rappresentato dalle aziende Mars, Royal Canin e AniCura.
Con l’obiettivo di aprire un confronto su questo tema e incoraggiare l’adozione di politiche pet friendly nel mondo del lavoro, Mars ha organizzato un workshop che ha coinvolto oltre 42 altre aziende e istituzioni. «In Mars abbiamo lo scopo di rendere il mondo più accogliente per gli animali» ha spiegato Yesim Ucelli, amministratrice delegata di Mars Italia e general manager della regione Sud Europa. «In una città come Milano, per avere un impatto concreto, è naturale concentrare le iniziative sul mondo del lavoro e in particolare sugli uffici, che rappresentano la quotidianità di tantissime persone e famiglie. Adottare politiche pet friendly, aprendo le porte degli uffici ai nostri cani, ha un grande impatto sul benessere delle persone, ma non solo. Ha anche effetti positivi per l’azienda stessa, che sarà maggiormente apprezzata per la capacità di offrire un ambiente di lavoro innovativo, più attento all’equilibrio vita-lavoro».
Fra i presenti al workshop, che si è svolto il 20 settembre presso gli uffici milanesi del gruppo Mars, si sono contati circa 100 professionisti, tra CEO, decision maker aziendali, istituzioni e associazioni di categoria. «Penso che anche l’idea di uffici pet friendly, dove gli animali possano essere accolti, sia un modo per generare benessere e per creare un ambiente di lavoro più sereno e di conseguenza più produttivo» ha affermato Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano. «Al giorno d’oggi la missione di ascoltare il consumatore deve tradursi in un ascolto aumentato che metta al centro le persone nel loro complesso: non solo come acquirenti di beni e servizi, ma come soggetti attivi, ciascuno con le proprie esigenze, a cominciare da quelle legate all’ambiente lavorativo che deve tenere in considerazione chi ha una relazione speciale con il proprio animale da compagnia» ha aggiunto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
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