La piaga del traffico illegale di cuccioli dall’Europa dell’Est

by Redazione Pet B2B
Traffico di cuccioli

Un articolo di ieri de Ilpost.it evidenzia la piaga del commercio illegale di cani provenienti dall’Europa dell’Est. Un fenomeno partito dall’Ungheria e che si è allargato poi anche ad altri Paesi quali Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina e Polonia, che le forze dell’ordine tentano di contrastare. Il 20 ottobre, ad esempio, durante un’operazione, il Nucleo Forestale dei Carabinieri dell’Emilia Romagna ha scoperto un traffico di cuccioli di cane di razza bulldog francese.

Traffico di cuccioli

Qualche mese prima, a Treviso, in un furgone erano stati trovati cuccioli nati in Romania e stipati in scatole di plastica chiuse con fil di ferro. L’articolo riporta anche le stime dell’organizzazione Carodog (Companion Animal Responsible Ownership) secondo le quali 8 milioni di cani viaggiano ogni anno sulle strade d’Europa e una parte rilevante proviene dal traffico illegale. Ogni cane arriva a fruttare a un trafficante circa 500 euro, finendo per arricchire le associazioni criminali. In generale, riporta la 22ma edizione del rapporto Zoomafia della Lav, «dal 2010 – anno in cui è entrata in vigore la legge contro la tratta dei cuccioli – fino al 2020 compreso, sono stati sequestrati 6.565 cani (di cui 500 nel 2020) e 92 gatti (dal valore complessivo di circa 5.252.000 euro); 383, invece, le persone denunciate. Si tratta di dati in difetto che rendono evidente la gravità del fenomeno. L’analisi della nazionalità delle persone denunciate conferma la transnazionalità di questo tipo di reato: russi, ungheresi, bulgari, serbi, moldavi, ucraini, slovacchi, rumeni, polacchi e italiani».

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