Dopo l’articolo pubblicato sul numero di maggio relativo a come i pet shop hanno reagito all’emergenza sanitaria da Covid-19, Pet B2B nel numero di giugno ha intervistato alcuni esponenti dell’industria del pet food, dei pet accessories e del farmaco veterinario per approfondire quali sono state le principali criticità affrontate durante il lockdown, le iniziative messe in atto e le aspettative legate al mercato di domani.
Ne è emerso un quadro molto diversificato. L’opinione dei fornitori di mangimi è influenzata prevalentemente dalle particolari dinamiche della categoria, con il picco delle vendite a marzo per via del cosiddetto effetto scorta e la conseguente contrazione del mese di aprile.
Il mondo del no food risente invece dello stop ai consumi durante l’emergenza, eccezion fatta per il comparto igiene, dove invece si è registrato un consumo intenso di lettiere, tappetini, sacchetti e salviettine. Nel complesso, tuttavia, nonostante le difficoltà e le preoccupazioni, la maggior parte dei protagonisti del mercato manifesta un cauto ottimismo, anche se la parola d’ordine per tutti è: sostenere i pet shop.
Le sorti dei pet shop riguardano infatti tutto il mercato, dunque per il futuro la priorità è quella di affiancare gli operatori del canale specializzato aiutandoli ad adeguare la propria offerta commerciale e di servizi in funzione di nuove abitudini nei consumi.
Hanno partecipato all’inchiesta: Landini Giuntini, Eagle, Rebo – Happy Dog, Laviosa, Prodes, Necon Pet Food, Natural Line, Vitakraft Italia, Ferribiella, Wonderfood, Royal Canin, Monge, MSD Animal Health, Agras Pet Food, Rinaldo Franco, Hill’s.
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