Il pet care è la categoria merceologica che ha visto la crescita maggiore di consumi online da fine febbraio a metà aprile in Italia, con un aumento delle vendite pari al 154%. Seguono i cibi freschi e confezionati (+130%), i prodotti per la cura della casa (+126%) e quelli della persona (+93).
A rilevarlo è la società Netcomm, che ha inoltre evidenziato che, dall’inizio del 2020 a oggi, sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia, per un totale di 29 milioni. Di questi, 1,3 milioni si sono approcciati al canale online per via dell’impatto dell’emergenza sanitaria sui comportamenti di acquisto.
Nello stesso periodo (gennaio-maggio) di un anno fa, erano stati 700.000 i nuovi consumatori e-commerce e la stessa crescita organica era stata stimata anche per l’inizio del 2020, se non fosse stato per l’accelerazione generata dalle conseguenze del lockdown. «Stiamo assistendo a un’evoluzione inaspettata dei modelli di consumo degli italiani» ha dichiarato Roberto Liscia, presidente di Netcom. «A cambiare in tempi record sono state soprattutto le modalità di spedizione e di consegna. Il click&collect, ovvero la possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio da parte del cliente, ha registrato una crescita del +349% e ci aspettiamo che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e, soprattutto, distanziamento sociale».
Un modello che ha preso piede in Italia in questi quasi due mesi di lockdown è il proximity commerce, che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. Tuttavia la tendenza a una logica omnicanale risulta ancora contenuta, come basso rimane il livello di gestione smart dei negozi tramite app che consentano ai consumatori di localizzare lo store più vicino, pagare, ricevere sconti e programmi fedeltà: dall’analisi condotta da Netcomm su circa 280 insegne di diversi settori, che rappresentano circa 46.000 punti vendita, risulta infatti che solo il 79% possiede un canale e-commerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in store di prodotti acquistati online.