Un cane su due è potenzialmente esposto alla leishmaniosi, con focolai ormai segnalati anche in Regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto e fino a Bolzano. Il cambiamento climatico sta infatti modificando radicalmente la geografia di questa zoonosi trasmessa dal flebotomo, che oggi non riguarda più soltanto il Sud Italia.
Questo è quanto emerso durante l’evento “Stop alla leishmania in 3Act”, organizzato a Rezzato, in provincia di Brescia e promosso da Boehringer Ingelheim Animal Health con il patrocinio di Anmvi e la collaborazione di Ev. Il confronto multidisciplinare ha riunito esperti di epidemiologia, medicina umana e veterinaria per fare il punto sull’evoluzione della malattia e sulle azioni preventive da mettere in campo.
Al centro dell’incontro, l’approccio One Health, che riconosce la stretta connessione tra salute animale, umana e ambientale. Il trattamento preventivo del cane con insetticidi e repellenti resta una delle strategie più efficaci, ma serve anche una maggiore consapevolezza da parte dei proprietari: oggi solo il 47% di chi adotta misure di profilassi sa che la leishmaniosi può essere mortale se non curata.
«Siamo fermamente convinti che il ruolo del veterinario sia cruciale in questo contesto», ha dichiarato Emanuele Ferraro, head of business unit pet vet & equine Boehringer Ingelheim Animal Health. «E per questo vogliamo fare la nostra parte nel promuovere un approccio integrato e sostenibile alla salute. La collaborazione tra aziende, associazioni e professionisti può generare valore concreto in ottica One Health».
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