In una nota Assalco mette in guardia dall’utilizzo di tutti i grassi animali per la produzione di biocarburanti. I legislatori europei hanno promosso i sottoprodotti animali come una soluzione per ridurre il carbon footprint dei carburanti: si è partiti dalle automobili fino a estendere l’impiego di questi prodotti anche agli aerei, aumentando di 40 volte l’uso di biodiesel a base di grassi animali rispetto al 2006.
Questi dati sono allarmanti per il settore del pet food. Mentre qualsiasi grasso animale può essere utilizzato per produrre biocarburanti, per alimentare con prodotti sicuri e nutrienti i quasi 20 milioni di cani e gatti presenti in Italia si possono utilizzare solamente i grassi animali di categoria 3. Le altre categorie (1 e 2) non soddisfano gli standard necessari per essere utilizzati nel pet food e pertanto possono essere destinati alla produzione di energia. I grassi derivati dai sottoprodotti di origine animale di categoria 3 sono fondamentali e preziosi per la dieta dei pet in quanto forniscono acidi grassi essenziali, energia e contribuiscono all’appetibilità del pet food.
“I grassi animali di categoria 3 sono ingredienti veramente preziosi per noi; sono una risorsa scarsa e difficile da sostituire. Inoltre, sono impiegati in maniera sostenibile nel rispetto del principio dell’utilizzo a cascata delle risorse” ha affermato Giorgio Massoni, presidente di Assalco. “Pertanto, in realtà, bruciare questi grassi animali di categoria 3, di valore per il pet food, è una scelta non sostenibile.”
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