Anmvi: cala il reato di abbandono di animali ma preoccupano le rinunce di proprietà

by Redazione Pet B2B

Secondo l’Anmvi, associazione nazionale medici veterinari italiani, sono sempre meno gli animali da compagnia abbandonati. Seppur non siano disponibili stime ufficiali relative a questo reato, l’impressione rilevata dal sodalizio è che il fenomeno sia in calo rispetto a un decennio fa. 

Marco Melosi presidente Anmvi

Marco Melosi, presidente Anmvi

Tuttavia l’Anmvi sposta l’attenzione su un altro fenomeno emergente: la rinuncia di proprietà del pet. «Per la giurisprudenza questo non è vero abbandono, perché generalmente si cerca di trovare una sistemazione alternativa per l’animale di cui non si vuole o non si può più prendersi cura, prevalentemente nei canili e nei rifugi ma anche presso altri familiari» spiega Marco Melosi, presidente dell’Anmvi. «Per alcuni cani, specie nei molossoidi, la rinuncia è un problema aggravato dal fatto che per questi esemplari è molto più difficile che l’adozione vada a buon fine».

La rinuncia di proprietà ha molteplici cause, non solo di ordine economico. «Spesso c’è stato un grande errore di valutazione nell’acquisto o nell’adozione», spiega ancora Melosi, che invita a conoscere personalmente il cane, visitando l’allevamento o il canile, seguendo i consigli di possesso responsabile di un medico veterinario.

Il cane può manifestare comportamenti indesiderati, rivelarsi impegnativo o manifestare problemi di salute, con la stessa complessità di ogni essere vivente. «E certamente comporta una spesa economica di accudimento quotidiano di controlli veterinari periodici», aggiunge Melosi. «Chi adotta un cane deve sapere che può superare i 20 anni di vita e di convivenza in un nucleo familiare che nel frattempo può cambiare radicalmente, per età, composizione, status economico, condizione abitativa e ambientale. Un altro fattore di rischio del nostro tempo è il possesso di più animali da compagnia, un fenomeno che spesso confligge con l’organizzazione familiare e con gli equilibri tra vita e lavoro».

Per coltivare il possesso responsabile, l’Anmvi raccomanda fortemente di frequentare un percorso formativo, il cosiddetto patentino, e di consultare un medico veterinario ancora prima dell’adozione di un animale da compagnia.

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