Sono terminate le ispezioni degli specialisti di Rosselkhoznadzor, servizio federale di sorveglianza veterinaria e fitosanitaria russo, effettuate da maggio a settembre 2021 in nove Paesi europei e in Canada presso gli stabilimenti che esportano mangimi zootecnici e alimenti per animali da compagnia in Russia. Dai controlli sono emerse alcune problematiche, in parte legate alla mancanza di collaborazione con le autorità sanitarie locali per l’assenza di uno specifico controllo sul rispetto dei requisiti della EAEU da parte dei servizi veterinari degli Stati membri. «Chiaramente, l’inappropriatezza di controlli relativi all’applicazione della normativa russa sul territorio europeo non è un problema di cui possono farsi carico i singoli operatori del settore dei mangimi, nonostante la grande disponibilità» ha spiegato Paola Cane, esperta in regolatori e conformità. «E nemmeno possono farlo le ATS di riferimento. Occorre infatti il coordinamento della Commissione Europea, che a oggi non ha dimostrato la volontà di intervenire. Sono inoltre stati dichiarati insufficienti i controlli su OGM, pesticidi e micotossine» continua Paola Cane, «Gli esperti russi hanno anche lamentato che i documenti commerciali e le schede tecniche delle materie prime sarebbero spesso prive di informazioni sul luogo di origine, in relazione alle zone a rischio zoonosi».
Infine l’agenzia, ha aggiornato l’elenco delle imprese autorizzate a esportare in Russia. Sono state anche inoltrate alcune note ai servizi di sorveglianza veterinaria addetti alle ispezioni frontaliere. L’elenco, ancora temporaneo, riguarda le imprese di Germania, Canada, Spagna, Paesi Bassi e Gran Bretagna, alle quali andranno a breve ad aggiungersi le aziende degli altri Paesi Europei, comprese quelle italiane. L’autorità russa ha inoltre previsto che, nel corso dell’esercizio del controllo nei luoghi di sdoganamento, vengano incrementati i controlli sui prodotti in arrivo, al fine di impedire il transito di prodotti non conformi. Al termine del processo di verifica degli stabilimenti autorizzati, Sergey Dankvert, direttore del Rosselkhoznadzor, ha tenuto una videoconferenza con i rappresentanti dei principali sindacati, associazioni e aziende associate del settore mangimi per discutere le informazioni raccolte nel corso delle ispezioni.
Più nel dettaglio, essendo state identificate discrepanze tra le composizioni dichiarate sulle confezioni e il DNA animale riscontrato, l’agenzia russa ha espresso la necessità di effettuare, a partire dal 1° ottobre, analisi sui prodotti in ingresso. Lo scopo è quello di individuare la presenza di materie prime non dichiarate. In caso di rilevamento di incongruenze e imprecisioni nell’etichettatura, le partite dei mangimi interessati saranno restituite al mittente.
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