Nel 2018 erano oltre 33.000 i medici veterinari in Italia, in crescita del 23,5% rispetto al 2008. Nello stesso decennio le donne sono passate dal 37,4% al 46,5% del totale degli iscritti. Assume dunque sempre più importanza la figura di questo professionista dall’elevato valore sociale, il cui ruolo non si limita alla cura dei 32 milioni di animali domestici che il 52% degli italiani tiene in casa (dati questi che collocano l’Italia al secondo posto in Europa, alle spalle dell’Ungheria). È quanto emerge dalla ricerca “Il valore sociale del medico veterinario”, presentata gli scorsi giorni a Roma da Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, e discussa da Gaetano Penocchio, presidente della Fnovi, Giuseppe De Rita, presidente del Censis, e Armando Bartolazzi, sottosegretario di Stato al Ministero della salute.
Tra i tanti altri dati resi noti, la spesa delle famiglie italiane per la cura e il benessere degli animali domestici che nel 2017 si è attesta a 5 miliardi di euro (+12,9% negli ultimi tre anni): in media 371,4 euro all’anno per ogni famiglia con animali destinati a cibo, collari, guinzagli, gabbie, lettiere, toletta, cure veterinarie. Inoltre per il 64,1% è molto importante garantire la salute dei propri pet e si rivolge dunque a veterinari che per il 35,3% degli italiani svolgono un lavoro utile e per il 28,5% sono professionali. La buona reputazione è confermata dal fatto che il 63,3% degli italiani incoraggerebbe un giovane che volesse studiare medicina veterinaria all’università.
Nonostante ciò, la percezione positiva non si traduce in un adeguato riconoscimento economico. Infatti a cinque anni dalla laurea i medici odontoiatri guadagnano in media 2.131 euro netti al mese e i medici chirurghi 1.820 euro, ma i medici veterinari solo 1.271 euro. Gli studi veterinari, inoltre, dichiarano un reddito medio di impresa o di lavoro autonomo di 21.160 euro all’anno, contro i 51.740 euro degli studi odontoiatri e i 65.870 euro degli studi medici.
Altro fattore emerso dallo studio è che non c’è una piena consapevolezza sul ruolo svolto nella filiera della sicurezza alimentare e nella salvaguardia dell’ambiente. La nuova immagine del medico veterinario è complessa e sarebbe più corretto parlare di “One Health”, cioè salute unica e medicina unica per l’intera collettività: uomo, animale e ambiente insieme, secondo una logica sistemica e multidisciplinare. Per capire pienamente il ruolo sociale del medico veterinario basti pensare alle malattie infettive dell’uomo che provengono dal serbatoio animale o al fatto che è scientificamente provata la funzione terapeutica degli animali per persone con disturbi del comportamento o gravi malattie.
Per maggiori dati leggi il comunicato ufficiale di presentazione della ricerca qui.