Il Covid aveva stravolto quasi tutto ma oggi alcune abitudini dei consumatori finali sono tornate quelle di prima, altre sono cambiate, però nella maggior parte dei casi stanno generando un impulso positivo per il mercato pet, anche se le vendite online restano in crescita. Il ruolo dell’agente, invece, ha continuato a trasformarsi. Proprio come il mercato, che vede una concorrenza sempre più agguerrita fra aziende, cresciute in numero e proposte, e anche nel panorama distributivo, con l’ascesa delle catene e la costante selezione degli indipendenti. Sul numero di gennaio-febbraio, Pet B2B analizza questo particolare settore, cercando di individuarne le prospettive di sviluppo future.
I consumi, complice l’inflazione, si sono leggermente spostati su prodotti più economici, soprattutto legati a promozioni, per ciò che riguarda gli acquisti ricorrenti. Ma nonostante tutto il settore è vivace e sforna novità a ciclo continuo. Fattore chiave, ancora prima dell’innovazione, è però l’indispensabile rapporto continuativo dell’agente con il negozio cliente, fatto di ordini ma anche di molto altro, che sembra essersi ulteriormente rinsaldato dopo la pandemia. Una collaborazione sempre più stretta, a tutti i livelli, perché i prodotti abbiano successo, che diventa strategica anche per l’azienda fornitrice: il negozio stesso la identifica con l’agente e il rapporto che ha con quest’ultimo è uno dei fattori chiave nella scelta di scommettere sulle novità.
È all’agente, infatti, che spesso il negoziante chiede opinioni circa la vendibilità del prodotto. Ma non solo: capita ormai di frequente che, complice internet e la sempre maggior conoscenza del cliente finale sul mercato e le novità, il negoziante chieda all’agente informazioni mirate su prodotti in arrivo o che ancora non sono presenti sul mercato italiano.
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