Il 30 dicembre è stato pubblicato il Decreto Milleproroghe (DL 30 dicembre 2021, n. 228) che, tra le atre cose, ha previsto una nuova sospensione dell’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi fino al 30 giugno 2022. Inoltre è stata concessa la possibilità per gli operatori del settore di commercializzare i prodotti privi dei nuovi requisiti di etichettatura ambientale già immessi in commercio o provvisti di etichetta al 1° luglio 2022, fino a esaurimento scorte.
La norma, inoltre, ha previsto l’emanazione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della disposizione, di un provvedimento di natura non regolamentare a firma del Ministro della Transizione Ecologica che detterà le linee guida per la corretta etichettatura ambientale degli imballaggi. La nuova norma concede quindi agli operatori sei mesi in più alle imprese per adeguarsi, anche alla luce delle indicazioni Ministeriali, che scioglieranno i dubbi interpretativi legati alla lettura della disciplina, nonostante siano già intervenute due proroghe e la nota di chiarimento da parte del MITE pubblicata il 14 maggio scorso.
Infatti, il provvedimento, già in passato, era stato oggetto di diverse proroghe, in prima battuta da parte del decreto ‘milleproroghe’ 2020, che ne aveva invece disposto la proroga solo parziale (lasciando inalterati i termini di legge per l’indicazione del codice alfanumerico che identifica la natura del materiale d’imballaggio) e, in secondo luogo, dal decreto Sostegni. Una scelta di concedere un’ulteriore proroga e di accordare la possibilità di portare ad esaurimento scorte i prodotti già immessi in commercio e provvisti di etichetta non conforme al 1° luglio 2022 è in parte dovuta alla attuale situazione emergenziale, e alla necessità di ovviare a ulteriori costi a carico delle imprese italiane, che stanno affrontando una situazione critica.
«Visti i numerosi punti di confusione della norma introduttiva dell’obbligo di etichettatura ambientale e le le difficoltà di interpretazione della stessa, nonché alcune complessità operative nella sua attuazione concreta, siamo fiduciosi che l’adozione di una norma ministeriale attuativa possa, nell’imminente futuro, sciogliere i dubbi in merito» commenta Paola Cane, esperta in conformità e regolatorio. «La Commissione sta ultimando una bozza di regolamento che dovrebbe armonizzare la disciplina a livello comunitario, dunque auspichiamo che l’effettiva entrata in vigore dell’obbligo e le modalità della sua applicazione così come verranno chiarite dal dicastero competente siano allineate alle imminenti norme sovranazionali, onde evitare doppi costi di adeguamento e ristampa nel prossimo biennio».
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